Il dinamismo di ANIP: intervista a Lorenzo Mattioli a cura di Chiara Merlini per “Cleaning Community Report”

Occasione per incontrare Lorenzo Mattioli, presidente Anip Confindustria, è stata la presentazione al Circolo della Stampa di Milano di LiFE Book, il libro dedicato all’evento tenutosi a Milano il 30 novembre e il 1° dicembre 2015 (e a cui dedichiamo un articolo a pag. 60). È stato un periodo di scelte fondamentali per Anip, il 2015: la decisione di essere presenti direttamente in  Confindustria, il forte impatto di un evento come LiFE che ha coinvolto personaggi di spicco nel mondo dell’industria, della cultura e delle istituzioni, studiati per portare un settore finora poco conosciuto a contatto con un vasto pubblico, con chi, in definitiva, fruisce dei servizi senza davvero riconoscerli.

A Mattioli abbiamo chiesto qualche chiarimento sulla realtà dell’associazione e di ciò che sta attuando.

Avere deciso di essere direttamente in Confindustria ha rappresentato per Anip un passo molto meditato e molto convinto. A distanza di un anno qual è stata l’esperienza più significativa?

“In questa giornata, alla presentazione del libro LiFE raccogliamo il primo frutto importante. All’epoca, siamo  usciti dalla nostra federazione proprio perché eravamo un settore invisibile e oggi, grazie all’ingresso avvenuto in Confindustria il 23 luglio da parte del Consiglio generale e del presidente Squinzi – presente all’evento LiFE 2015, e bene rappresentato anche nel libro – nell’annunciare la nuova edizione di LiFE 2016 raccogliamo questa necessità di far comprendere meglio ancora a Confindustria che non esiste solo il settore manufatturiero, certamente importante, ma c’è un mondo, quello dei servizi, che è strategico per molti motivi.
Non ci fermiamo, stiamo lavorando per creare una casa comune che raccolga tutte le associazioni più rappresentative del mondo dei servizi, proprio perché riteniamo fondamentale fare comprendere a Confindustria che il nostro settore – e quindi anche i nostri contratti – sono importanti per il rilancio del paese”.

Un punto nodale per il settore è adesso rappresentato dal Codice Appalti. Visto che il recepimento della Direttiva Comunitaria, nelle intenzioni volto a escludere il concetto del massimo ribasso, di fatto non ha cambiato questa – dannosa – consuetudine, come si può  agire ora?

“Questo purtroppo è un punto dolente, perché Anip si è impegnata  davvero tanto a questo proposito. Non solo nella prima fase, quando addirittura andammo a Bruxelles, il 9 dicembre del 2013 (ancora doveva essere approvata la Direttiva Comunitaria), e devo dire che la Direttiva ha raccolto moltissime delle nostre istanze. Purtroppo, in Italia, in questa prima battuta si è persa un’occasione, forse perché la scelta di una legge delega, quindi di passare al Governo l’incarico di scrivere il nuovo Codice degli Appalti non è stata la decisione più corretta. Non lo è stata perché quello che nella legge delega era stato bene articolato in molti punti, tenuto conto del nostro settore, nel Codice si è perso. Adesso è in atto una fase di armonizzazione, di assestamento, si sta già lavorando e bene sta facendo per esempio l’Anac, l’autorità Nazionale Anticorruzione, che con le Linee Guida sta cercando di armonizzare e chiarire ciò che nel Codice non era stato meglio specificato”.

Sarà un percorso piuttosto arduo…

“C’è ancora molto da fare, soprattutto sull’offerta economicamente più vantaggiosa, perché non devono più esistere equivoci. La Direttiva Comunitaria dice chiaramente che le gare al massimo ribasso non si possono più fare: questa è la strada, su questo stiamo già lavorando, e porteremo ora anche al Governo le nostre Linee Guida, che abbiamo già presentato. Inoltre, abbiamo chiesto ai presidenti delle commissioni del Parlamento di accelerare l’iter della nostra proposta della prima Legge Quadro sui servizi (n. 2475), perché riteniamo che possa aiutare a compensare proprio quella mancanza, perché è necessario che sia recepito  completamente ciò che è stato scritto chiaramente nella Direttiva Comunitaria”.

Altro punto cruciale per fare  crescere il settore dei servizi è la formazione. L’Italia in questo senso è fanalino di coda di un’Europa che invece è molto strutturata. Anip ha già proposte in merito?

“Questa è l’occasione per dire una cosa importante. Di questo argomento abbiamo lungamente parlato durante LiFE 2015, e Anip Confindustria presenterà a breve un suo progetto, che si chiamerà Anip School, sviluppato con l’Università di Milano, in particolare con il professor Luigi Mantini, membro della Commissione Giustizia amministrativa, ma soprattutto membro della Commissione Mansioni e che quindi ha redatto il Codice degli Appalti. L’iniziativa è studiata appositamente per spiegare e raccontare meglio ciò che riguarda tutte le figure del nostro settore, come vanno impostate le gare, come va strutturato un servizio, come si deve fare un servizio di qualità. A breve, quindi, avremo occasione di riparlare di Anip School”

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