Tre giorni di confronto con il governo non sono bastati a trovare una soluzione condivisa tra le parti, ed un nuovo appuntamento al ministero del Lavoro è in calendario per giovedì.
L’intervento, divenuto ora un cavallo di battaglia del M5S, è delicato visto che chiama in causa la pulizia delle scuole in piena emergenza sanitaria. «Da tempo chiediamo un’operazione verità sulla vicenda – sostiene il presidente di Anip-Confidustria, Lorenzo Mattioli -. Noi continueremo a denunciare le storture dell’internalizzazione, ricordando al Paese che ci sono 4mila disoccupati letteralmente dimenticati dalle istituzioni. Non vogliamo che gli esuberi nel comparto delle pulizie siano considerati figli di un Dio minore. Lo Stato ingaggia meno lavoratori di quanti ne servono per il decoro e la salubrità delle scuole e vuole scaricare il costo degli esuberi sulle imprese con gli ammortizzatori sociali, o sulla collettività con la Naspi». Il governo però controbbatte, e sostiene come «le assunzioni previste dalla legge siano state completate nei tempi previsti». Questa mattina l’associazione nazionale delle imprese di pulizia e servizi integrati di Confindustria organizza una conferenza stampa: «Può sembrare paradossale – aggiunge Mattoli – ma ieri, nel primo giorno di operatività dei neoassunti, moltissime scuole non sono state pulite, si sono svolte riunioni organizzative del servizio, e molti presidi ci hanno scritto per lamentarsi di non essere più in grado di garantire la sanificazione delle aule e l’igiene dell’istituto. Tutto ciò accade in piena emergenza coronavirus».
La procedura di assunzione «era nota da tempo», evidenziano dal governo, e «il numero di assunzioni stabili effettuate è quello previsto dalla legge che ha stabilito la procedura di internalizzazione». La soluzione – che secondo l’esecutivo dovrebbe produrre risparmi, mai ancora quantificati – scontenta anche le cooperative (Confcooperative, Lega Coop) e i sindacati. «Abbiamo mandato le lettere di sospensione, purtroppo a rimetterci sono i lavoratori»,commenta il presidente di Confcooperative Lavoro e servizi, Massimo Stronati. Sul piede di guerra anche i sindacati che oggi alle 14 manifestano a Piazza Montecitorio: «È inaccettabile che dal 1° marzo migliaia di lavoratori siano senza lavoro e senza reddito», incalzano Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti.
Nel Governo a raccogliere il grido d’allarme di imprese e sindacati è il Pd, che per voce di Marco Miccoli, responsabile Lavoro Dem, fa appello al premier Giuseppe Conte chiedendo l’apertura di un tavolo a Palazzo Chigi: «In queste ore il Paese non può permettersi 4mila esuberi. La vertenza non può chiudersi senza un accordo che tuteli l’occupazione ed il reddito di così tanti lavoratori». Dall’opposizione, Davide Bordoni (Lega) considera «gravissima l’internalizzazione, in questa fase la priorità è la salvaguardia della salute dei cittadini».
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Giorgio Pogliotti
Claudio Tucci