Rinnovo CCNL Multiservizi, interrotto il confronto

Ad un punto fermo la trattativa in corso, da più di 3 anni, sul rinnovo del contratto Nazionale Multiservizi, dopo che nell’incontro di fine febbraio le parti datoriali hanno visto le organizzazioni sindacali interrompere la discussione al tavolo sul punto che riguarda la revisione parziale del trattamento di malattia, per l’adozione di misure di contrasto a chi fa ricorso in modo anomalo a tale istituto.

“Con grande stupore registro questa decisione delle parti sindacali – afferma Massimo Diamante, responsabile delle relazioni industriali e referente al tavolo della trattativa per ANIP – Confindustria – per l’enorme importanza che il tema in discussione ha per il settore, ma soprattutto perché è un argomento ben presente a tutti le parti, sin dall’inizio della trattativa che risale oramai a più di 40 mesi fa.”

Le organizzazioni datoriali – Agci Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Legacoop Servizi, ANIP Confindustria, Unionservizi Confapi – hanno dovuto prendere atto della volontà delle organizzazioni sindacali di interrompere il confronto, come riportato in un comunicato congiunto.

L’incontro avrebbe dovuto creare le condizioni per addivenire alla conclusione del negoziato dopo che il lungo confronto tra le parti aveva visto un progressivo avvicinamento delle posizioni che aveva portato ad un pacchetto di argomenti.
Tra questi, fin dall’inizio della trattativa, il tema dell’adozione di misure di contrasto alle forme di micro assenteismo fondate su un ricorso anomalo all’istituto della malattia ha sempre rivestito particolare rilievo.

Le organizzazioni sindacali hanno, espresso la loro indisponibilità ad entrare nel merito della proposta di modifica del trattamento di malattia i cui contenuti sono in linea, se non meno rigorosi, di quanto già oggi previsto in altri contratti nazionali di categoria.

Secondo i dati elaborati dalle imprese del settore, infatti, il trattamento dei primi tre giorni di malattia (cd. periodo di carenza) incide nell’arco dell’anno per quasi l’80% del trattamento complessivo di malattia. Senza considerare che l’abuso “strategico” dell’istituto della malattia penalizza anche i lavoratori che si presentano regolarmente a lavoro e che sono chiamati a far fronte alle conseguenze che frequenti assenze di breve durata determinano sul piano dell’organizzazione del lavoro. La proposta, in ogni caso, non riguarda quei lavoratori affetti da patologie croniche o gravi, per le quali, anzi, le imprese del settore hanno espresso disponibilità ulteriori misure di sostegno.

Per questo le organizzazioni datoriali prendono atto, ma non comprendono, la scelta delle organizzazioni sindacali di non voler affrontare un tema che ha costituito fin dal principio oggetto del confronto per il rinnovo del contratto.

 

articolo su Il Sole 24 Ore

 

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