Approvato il nuovo Codice degli Appalti

Mattioli: “Urgente superare l’empasse del cambio normativo”

Dopo un lavoro durato più di un anno, il Nuovo Codice Degli Appalti da questo mese è legge dello stato. Un complesso normativo che per il nostro settore si profila essere uno spartiacque nelle modalità di operare per le aziende impegnate nel settore dei servizi integrati in genere, a partire dalla loro partecipazione agli appalti pubblici. Si apre, a questo punto, un percorso di adeguamento procedurale, in attesa dei provvedimenti attuativi (non ci sarà un vero e proprio regolamento ma l’elaborazione di “linee guide”) che ANAC dovrà produrre; un periodo di riallineamento, che dovrà essere rapido per le aziende del settore visto che il Decreto è già “operante” e richiederà approfondimenti e nuovi riferimenti, sia per gli operatori sia per il legislatore stesso.

L’ANIP in tal senso sta promuovendo l’organizzazione di diversi Tavoli tecnici e operativi che vedranno la partecipazioni di alcune consulenze qualificate in materia, finalizzati ad orientare e seguire i propri associati in questo momento di cambio delle regole che, se non ben gestito, potrebbe preludere, in maniera preoccupante, ad una vera empasse del sistema degli appalti pubblici.

Le principali novità del nuovo “Codice”

Tra le principali novità della nuova normativa relativa agli appalti, evidenziamo i seguenti punti:

  • la semplificazione: si passa dai 660 articoli precedenti ai 217 oggi in vigore;
  • il nuovo ruolo dell’ANAC: l’ANAC, oltre a definire i criteri per la qualificazione delle imprese, avrà anche una serie di responsabilità e compiti aggiuntivi allo scopo di vigilare sul rispetto di tutta la normativa in materia di contratti pubblici;
  • inoltre, per le grandi opere infrastrutturali è previsto il ricorso obbligatorio al pubblico dibattito e sarà proprio l’ANAC a valutare di volta in volta quando dovrà essere utilizzato;
  • cambia anche la procedura di qualificazione delle stazioni appaltanti ed è introdotto il rating delle imprese, uno dei cambiamenti più rilevanti subito in vigore è sicuramente il divieto di appalto integrato nei lavori pubblici limitato ai soli casi di rilevante contenuto tecnologico dell’opera;
  • importante novità anche sul massimo ribasso, criterio di aggiudicazione prima libero, e che da oggi diventa possibile solo fino a un milione di euro, Per l’aggiudicazione delle gare d’appalto ora si utilizzerà il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: significa che per i lavori di importo superiore alla soglia EU, il prezzo dovrà sempre essere controbilanciato da valutazioni sulla qualità delle proposte presentate;
  • infine, viene introdotto il limite del 30% per l’applicazione del subappalto.

I riferimenti normativi del nuovo Decreto Legge sono:

DECRETO LEGISLATIVO 18 aprile 2016, n. 50

Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonche’ per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. (16G00062) (GU Serie Generale n.91 del 19-4-2016 – Suppl. Ordinario n. 10)

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