CCNL avanti il negoziato. Ma, sulla Naspi, imprese e sindacati d’accordo per la sospensione definitiva

Proseguono i tavoli di confronto per il negoziato in corso sul rinnovo del Contratto Nazionale per il settore dei Servizi Integrati: diversi i nodi ancora da sciogliere mentre, sull’abolizione della Naspi, unanimità ritrovata tra imprenditori e sindacati

“La trattativa è in corso e sono ripresi gli incontri – spiega Massimo Diamante che come presidente della Commissione Lavoro e Relazioni Industriali di
ANIP-Confindustria siede al tavolo della trattativa del CCNL – per le parti datoriali gli elementi più rilevanti sono due: primo, contrasto al dumping contrattuale provocato dalla sottoscrizione da parte dei Sindacati di alcuni CCNL che abbattono sensibilmente i livelli retributivi sottraendo perimetro di mercato al nostro settore (ad esempio, Servizi Fiduciari); secondo, introduzione di elementi di contrasto all’assenteismo che, per il nostro comparto, supera frequentemente e sensibilmente i livelli fisiologici. Abbiamo già affrontato con la controparte sindacale, e sciolto, alcuni nodi relativi a punti specifici prevalentemente in materia di Sicurezza (RLS), dando seguito alle richieste sindacali. Incombono però sul tavolo delle trattative – continua Diamante – due argomenti non dipendenti dalla volontà delle parti: il tema della tassa sul licenziamento, onere che si aggira attorno ai 1.500 Euro a  prescindere dall’orario di lavoro del dipendente e quindi un onere fisso anche per i Part-Time (vedi articolo sui risultati della ricerca realizzata in patrtnership con la Fondazione EYU); il recepimento della Direttiva Europea sui cambi di appalto che non chiarisce in via definitiva l’ipotesi di cessione di ramo d’azienda nei passaggi di attività tra azienda cedente ed azienda subentrante, lasciando aperto un rischio di onerosità economica e procedurale che questo comporta”. Due punti che sono delle sostanziali “ingiustizie legislative” che il settore non sarebbe in grado di poter subire cui si aggiunge, nel contesto generale, il Nuovo Codice Appalti che con la sua incerta attuazione sta fortemente rallentando la domanda.
“Da parte sindacale – spiega ancora il vicepresidente di ANIP – l’esigenza apparente è quella di non modificare la parte normativa del contratto, ma di fare il rinnovo quasi esclusivamente affrontando la parte economica. Purtroppo, per i motivi sopracitati, le aziende del settore hanno, invece, bisogno di affrontare urgentemente anche, e soprattutto, la parte normativa.”
E, rimanendo in tema di normativa, il fronte imprenditori-sindacati si ricompatta nel chiedere la sospensione definitiva della tassa sul licenziamento.
“Aziende di pulizie e servizi integrati e multiservizi e sindacati dicono basta alla tassa sul licenziamento in caso di cambio appalto, introdotta dalla legge Fornero (legge 92/2012) – racconta sul Sole 24 Ore, in un articolo pubblicato lo scorso 27 settembre dal titolo “Basta tassa sui licenziamenti. Dal negoziato per il contratto, imprese di pulizie e sindacati inviano un documento all’esecutivo. Chiesta la sospensione per il 2017, in vista dell’esonero definitivo” la giornalista Cristina Casadei che sta seguendo da vicino la contrattazione sul CCNL – Dall’incontro di ieri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro è uscito un documento con cui, tra gli altri, ANIP Confindustria, Agci Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Legacoop Servizi, Unionservizi Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil chiedono al Governo di sospendere anche per il 2017 la tassa sul licenziamento, in vista dell’esonero definitivo. Su questa misura si è registrata una sostanziale convergenza delle parti. Per le aziende è una spada di Damocle e un salasso perché impone di accantonare l’onere derivato dalla tassa sul licenziamento anche per i lavoratori che non perderebbero il posto di lavoro perché in caso di cambio di appalto passano direttamente all’azienda subentrante. Tra l’altro la tassa dovrebbe essere versata all’Inps e andare ad alimentare la Naspi di cui però «i lavoratori non potrebbero beneficiare perché in caso di cambio di appalto non si ha il licenziamento con perdita del posto di lavoro. In questo caso il licenziamento è un fatto tecnico – spiega Giovanni Dalò, funzionario nazionale della Filcams Cgil, intervistato da Cristina Casadei – e la riassunzione avviene immediatamente nella società che ha vinto il nuovo appalto». Il legislatore, osserva sempre Dalò, «non è entrato nel merito delle peculiarità del settore delle imprese di pulizia e multiservizi dove esiste la clausola sociale, prevista dall’articolo 4 del contratto nazionale, che in caso di cambio d’appalto tutela il lavoratore perché se l’azienda perde l’appalto il lavoratore viene assorbito dall’azienda subentrante. Chi vince la gara, insomma, ha l’obbligo di assumere i dipendenti dell’impresa uscente».

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