Per sanificare il Paese servono 2,5 miliardi di euro. Servizi sono un asset per recovery italiano

“Il comparto dei Servizi, con oltre 500mila addetti in Italia ed oltre 4milioni in Europa, va reso protagonista nel contesto dell’imminente Recovery Plan, ed inserito proprio in quegli assi strategici menzionati dal premier Conte nella sua lettera aperta sugli obiettivi da mettere a fuoco per la ripresa. Ad oggi gli strumenti nazionali sono significativi ma non sufficienti se, ad esempio, guardiamo alle attività di sanificazione che rappresenta il presupposto cardine per la ripartenza in sicurezza dell’economia, della scuola, della vita sociale.Per il mondo dei Servizi, ‘recovery’ vuol dire prendersi cura di oltre 2miliardi di metri quadri di superfici che richiederebbero un investimento di 2,5 miliardi di euro per la sanificazione. Le cifre a disposizione sono, con tutta evidenza, non sufficienti. Analizzando quanto disposto dal decreto Rilancio pubblicato in gazzetta ufficiale, ci troviamo di fronte a: 200milioni di euro per credito d’imposta con tetto massimo di 60mila euro per ciascun utilizzatore, compresi anche gli operatori del terzo settore; 25 milioni di euro per la compartecipazione spese di sanificazione e adeguamento spazi in funzione anti-covid per il comparto turistico ( strutture ricettive, balneari, termali etc…); 1,55 milioni per sanificazione capitanerie di porto; 23 milioni per sanificazione e potenziamento informatico uffici giudiziari ( spese di parte capitale con l’aggiunta di 13,8 milioni per spese di funzionamento) ; 1,2 milioni per polizia penitenziari; 2 milioni di euro alle prefetture per oneri di sanificazione e dpi; 37,6 milioni per forze di polizia; 403 milioni a disposizione dell’Inail (dispositivi per sanificazione e adeguamento luoghi di lavoro). Queste cifre sono solo un primo passo per garantire una fase 2 più sicura: ci auguriamo per il futuro un maggiore impegno da parte dei policy maker, attraverso un incremento del credito d’imposta sia in termini di una estensione temporale maggiore (almeno per tutto il 2021) sia in termini di tetto di spesa garantito, implementando anche il meccanismo della cessione del credito d’imposta. Senza dimenticare che a livello europeo occorre uno sforzo per recuperare risorse da destinare alla sanificazione. Auspichiamo inoltre che non si ripeta più la procedura del click day come accaduto per il bando Invitalia. Questo escluderebbe tantissime aziende dai benefici messi in campo”.Lo scrive in una nota ANIP-Confindustria, Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati di Confindustria.

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