Internalizzazione, allarme nelle scuole campane. Dalla Regione una richiesta di incontro al Governo

L’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole italiane, il cui avvio è previsto per marzo 2020, sta facendo registrare numerose criticità in tutta Italia. Alla vigilia dell’ufficializzazione delle graduatorie prevista dopo la messa a bando di 11.263 posti per collaboratore scolastico, le istituzioni più attente alla vicenda stanno comprendendo il dramma dell’esclusione di migliaia di lavoratori dalla procedura. Oltre 5mila persone che prima dell’internalizzazione avevano un lavoro a tempo indeterminato, e che oggi invece sono in un limbo che getta nello sconforto migliaia di famiglie, senza pensare ai problemi che si stanno generando nelle scuole venendo a mancare molti addetti alle pulizie.

ANIP-Confindustria registra  ( tre le tante) molte problematiche in Campania, dove nei giorni scorsi in consiglio regionale ( Terza commissione) si è tenuta una audizione sul tema della “Mancata internalizzazione  lavoratori sx Lsu appalti servizi di pulizia, ausiliari e decoro degli istituti scolastici Regione Campania”. Ad intervenire il consigliere regionale Luciano Passariello (FdI) che ricorda in un comunicato stampa come siamo di fronte “all’ennesimo dramma occupazione che investirà una platea di mille lavoratori solo nella Regione Campania. “Questa vicenda è una catastrofe uguale se non superiore a quella dell’ILVA nazionale, oppure a quella locale della Whirpool o Almaviva. Perchè oltre alla perdita del lavoro vi è anche una ricaduta economica per l’intero indotto. Voglio ricordare – ha scritto Passariello – che parliamo di cessazione di appalto e non come  dovrebbe configurarsi di di passaggio di cantiere ( in questo caso ci sarebbe la salvaguardia di tutti i livello occupazioni  cosi come recita il CCNL sottoscritto dallo stesso Governo. Ma il paradosso è che questo  vale solo per i privati). Ciò vuol dire che a carico delle aziende graveranno anche i costi relativi alla tassa di licenziamento. Per non parlare della aziende mono-appalto che di fatto dovranno chiudere per fallimento e licenziare anche il personale impegnato nella gestione amministrativa.Mi pare evidente che il governo nazionale ha dichiarato guerra all’imprenditoria italiana, in quanto se si intende internalizzare il servizio di pulizia nelle scuole, sicuramne lo faranno anche gli altri enti( ospedale, Asl, uffici pubblici) diversamente non capirei la logica”. Prosegue ancora: “Se la platea nazionale è composta da 16mila lavoratori, come si può fronteggiare il servizio di pulizia ben espletato sino ad oggi con una riduzione del 25% dei lavoratori. Chi lo subirà? Quali sono stati i criteri di assegnazione costo-lavoratore sino ad oggi? Oppure tutto questo è solo un volgare spot per la campagna elettorale? In attesa di ricevere notizie, ho chiesto al presidente della III Commissione di incontrare il governo nazionale unitamente ai sindacati territoriale al fine di poter spiegare (perchè sono convinto che  non hanno ben cara la questione) che si tratta di una sciagura occupazionale che ancora una volta vede penalizzata la Campania e il sud tanto”.

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