ANIP-Confidustria: Internalizzare i lavori di pulizia nelle scuole è un errore frutto di mera propaganda, se ne accorgeranno i lavoratori e i cittadini.

COMUNICATO STAMPA

conferenza stampa presso la Camera dei Deputati 

Roma, 7 Gennaio 2019 

 «Oggi l’esternalizzazione dei servizi di pulizia e di facility management, sia nel settore pubblico, sia nel privato, rappresenta non solo in Italia la normalità. Con l’ultima Legge di bilancio, ( qui l’articolo della legge ) invece, registriamo che il Governo si muove in controtendenza decidendo di assumere, a partire dal 2020, circa 11.500 operatori scolastici per i servizi di pulizia nelle scuole. Una scelta che, a nostro avviso, non risolve le criticità nel mondo scolastico e che, ben presto, svelerà tutte le sue ombre e il suo aspetto esclusivamente propagandistico».

Questa la posizione di ANIP-Confindustria (Associazione Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi integrati) espressa nel corso della conferenza stampa celebrata presso la Camera dei Deputati e volta a sottolineare come il provvedimento si palesi fortemente penalizzante per le imprese di servizi, soprattutto per quelle che sino ad oggi hanno rispettato le regole, fungendo da vero e proprio ammortizzatore sociale.

Ha dichiarato il presidente di ANIP-Confindustria, Lorenzo Mattioli:«Con troppa superficialità, sta passando il principio che esternalizzare i servizi costi di più mentre internalizzare sia la soluzione a tutti i mali. Questo concetto va combattuto da subito, ancor di più se parliamo dell’ambito scolastico che non può essere preso a riferimento per valutare l’esperienza italiana delle esternalizzazioni. Chi ha proposto fortemente questo ritorno al passato prosegue Mattioli – dimostra di non credervi sino in fondo, lasciando estremamente vaghe le modalità di accesso alla stabilizzazione e, soprattutto, non garantendo uno stanziamento adeguato alle reali esigenze della Scuola, che oggi si trova gravata di una nuova spesa, quella del costo del personale ATA e della sua gestione che verrà assunta totalmente dallo Stato.

Per quanto attiene il tema dell’internalizzazione da cui discenderà inevitabilmente lo stop alle gare d’appalto, la riteniamo una soluzione ad un problema storico a totale svantaggio delle solo Aziende, che sono le uniche a pagare.

Pensiamo che le future, a nostro avviso impraticabili, assunzioni stiano distraendo l’opinione pubblica rispetto al vero tema: ovvero che il Miur debba concentrarsi sull’assunzione dei docenti, sulla didattica piuttosto che sugli addetti alle pulizie.

Entrando nel merito  – prosegue Mattioli – numerosi sono i dubbi sul provvedimento: qualora si arrivasse ad una selezione pubblica, quanti rimarrebbero fuori dal percorso di internalizzazione? E che ne sarà di loro? Al limite della costituzionalità anche il tema dell’assunzione attraverso un concorso pubblico. Perplessità che crescono se si considerano le cifre: per il 2020 sono stati stanziati 173 milioni di euro (a fronte dei 184 inizialmente previsti), una cifra che forse coprirebbe gli stipendi dei circa 12 mila collaboratori scolastici (mediamente lo stipendio annuale è di circa 15mila 500 euro); nell’anno successivo si scende a circa 80 milioni a fronte di 90 inizialmente previsti. Non vediamo, dunque, nessun miglioramento (numerico e tantomeno economico) per il personale ausiliario, una coperta estremamente corta se paragonata ai 450 milioni previsti dai governi precedenti per l’attuazione degli appalti storici.

Come ANIP-Confindustria, vogliamo mettere in evidenza l’approssimazione e la leggerezza di questo percorso (qui gli ultimi articoli di stampa) che non risolve il problema della sicurezza, della sorveglianza e della pulizia nelle nostre scuole. Si è voluta compiere una operazione aritmetica che non tiene conto dell’organizzazione del lavoro, e delle tante problematiche connesse.

Spiace, infine, che sia solo ANIP-Confindustria a rimarcare queste criticità per un settore di vitale importanza nell’economia reale del Paese.

QUI LA RASSEGNA STAMPA.

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