La sfida di LIFE 2018: Industria dei Servizi come rete di imprese a servizio dei cittadini e del Paese

Si terrà a Capri il prossimo 13 e 14 settembre la terza edizione di LIFE (Labour intensive Facility event), convention dedicata al comparto del Facility management organizzata da ANIP-Confindustria, l’Associazione nazionale delle imprese di pulizia e servizi integrati.

«L’edizione 2018 – dice il presidente dell’associazione confindustriale Lorenzo Mattioli – arriva in un momento cruciale per il nostro settore, di sicura valenza per il Paese in termini di occupati e di fatturato. Il tema scelto quest’anno è ambizioso, e riguarda proprio ‘l’Industria dei Servizi’ vista come una rete di imprese del Facility Management al servizio dei cittadini e del Paese». Il settore, nella sua veste più ampia possibile, sarà perciò presente nella location di Capri, scelta appositamente per unire tutti i suoi protagonisti, riflettere, progettare e fare incontrare le esigenze di ciascuno.

«L’evento – aggiunge il presidente di ANIP-Confindustria – sarà l’occasione per riunire i protagonisti del settore: l’intera filiera traccerà le possibili linee di sviluppo senza dimenticare le difficoltà del mercato generate dall’incertezza di un Codice Appalti in costante divenire. Situazione, questa, già sotto i riflettori del nuovo Governo sin dalle prime ore del suo insediamento.

Prosegue Mattioli: «Se da un lato l’Industria dei Servizi integrati chiede maggiore attenzione ai policy maker, cui noi offriamo tutto il supporto per far conoscere criticità e punti di forza di un comparto certamente ‘non di serie B’ come ha sottolineato anche il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia, dall’altro vorremmo superare questo dibattito per disegnare una cornice virtuosa in grado di caratterizzare e orientare la legge quadro sui Servizi per la quale ANIP si batte da anni. A Capri saranno presenti importanti esponenti del nuovo esecutivo con cui, per la prima volta, ci confronteremo per rendere pubblici i temi cari alle nostre aziende. Ci troviamo in una fase di sviluppo dietro cui, però, non possiamo negare l’esistenza di insidie: tra queste le gare al massimo ribasso che continuano a rappresentare il grosso male del sistema, e cui non contrapponiamo quella fair competition che salvaguardi aziende, lavoratori e committenti, in un contesto di regole e diritti che vanno rispettati per evitare concorrenza sleale. In ordine a qualità dei servizi e trasparenza negli appalti – poi – le imprese del settore si stanno concentrando sempre più sul principio della rendicontazione (accountability, ndr) divenuto parte integrante del public procurement nei sistemi di derivazione statunitense ed anglosassone che lo hanno codificato. Spetta a noi cercare una via, se non europea, almeno italiana per declinare il tema della ‘rendicontazione’, individuando e valutando in maniera precisa ogni aspetto della filiera dei servizi per poterli migliorare laddove possibile. Con la rendicontazione – precisa Mattioli – puntiamo a rinsaldare un patto di fiducia tra i player (le aziende esecutrici), i soggetti pubblici che pagano i servizi e l’intera comunità di cittadini che ne usufruisce. Patto troppe volte non rispettato per lasciare spazio a mere logiche speculative. Pensiamo sia un modo per riequilibrare un gap di sistema causato dall’eccessiva discrezionalità negli affidamenti, evitando così sprechi, opacità, contenziosi e inefficienza».

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